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Storia del Fistinu

Una tradizione plurisecolare che ha inizio nel lontano 1625

E dire che il viceré Caracciolo aveva tentato di cancellare il Fistinu con un’ordinanza, ma in fretta e furia dovette tornare sui suoi passi, anche perché gli “consigliarono” di lasciar stare la festa.
Ai palermitani togliete tutto, ma la Santuzza non si tocca.
Il viceré dovette cedere, e il famoso corteo che dal 1624 attraversava Palermo, si tenne anche in quel lontano 1783.
Eccolo il Festino, ed ecco il carro trionfale, vera macchina scenica elaborata che segnava potere e speranza, ma anche ringraziamento e fede, riuniti in quella piccola santa bionda che aveva salvato la città dalla peste, riuscendo nell’impresa che le quattro compatrone che si affacciano dai Quattro Canti - santa Cristina, santa Ninfa, sant'Oliva e sant'Agata - non erano riuscite a completare, ovvero fermare l'epidemia.
Le reliquie di santa Rosalia, invece, ritrovate su Montepellegrino furono portate in processione e la peste scomparve in un fiato, così come era sbarcata.
"Al loro passaggio il male si alleggeriva, diventava meno intenso, perdeva la sua gravità – scrive Giuseppe Pitrè nel suo “Le feste popolari di Santa Rosalia in Palermo (1885)” - Palermo in breve fu libera, ed in attestato di riconoscenza a tanto beneficio si votò a Lei".

Da allora, Palermo festeggia la Santuzza con un festino di sette giorni; e replica il 4 settembre, giorno della nascita di Rosalia, con la famosa “acchianata” al monte.

Ma torniamo al Festino: il carro trionfale vero e proprio nasce nel 1686, fino a quel momento si erano alternati quattro piccoli carri in processione.
La scultura era stata realizzata sin dal 1625 da Gregorio Tedeschi, in marmo, oro e pietre preziose; le reliquie sono custodite dentro un'urna d'argento, realizzata nel 1631 dagli artigiani Francesco Ruvolo, Gian Nicola Viviano e Matteo Lo Castro.
Il carro, che veniva ricostruito ogni anno, era talmente grande e pesante – con la celebre muntagnedda d’oru – da dover esser tirato da almeno 40 muli riccamente bardati (sostituiti poi da 50 buoi), e preceduto da carri minori, le macchinette, che rappresentavano i quartieri.

Nel 1701 l'architetto Paolo Amato pensa a un carro imponente di almeno 10 metri, a forma di nave, un vero e proprio palcoscenico mobile (l’idea sarà ripresa nel 1974 dall'architetto greco Rodo Santoro, e in seguito, nel 2003) popolato da scene della vita della santa, la cui statua era posta in cima, “Rosalia dalle candide vesti, dal capo coronato di rose, dal volto raggiante di bellezza, che torreggiava sopra i più alti fabbricati del Corso; ed aveva intorno, ai piedi, una miriade di angeli sorretti dalle nuvole”. (Pitrè)
In piazza Marina si svolgeva La beneficiata, lotteria durante la quale venivano estratti premi preziosi, drappi e pitture su legno su cui erano incollate monete di argento.
Dal secondo al quarto giorno del Festino, sul Cassaro si teneva la corsa dei cursi, i cavalli berberi, e i trovatelli diventavano fantini per un giorno.
Quando dopo qualche anno si decise per gli animali senza cavalieri, sulla criniera e sulla coda dei cavalli venivano fissate palline e pungoli, per eccitarli a correre più velocemente.

Il Festino va avanti per tutto il Settecento, il carro è sempre più scenografico: ci si ferma nel 1837 per l'epidemia di colera; e dal 1848 al 1849, durante la rivoluzione antiborbonica.
Per l’Unità d'Italia si pensa a un carro a forma di grande vasca decorata da putti; nel 1896, su ispirazione dello stesso Pitrè, il carro è talmente grande da non poter passare per le viuzze del centro e deve procedere fuori dalle porte.
Si tenta una ripresa scenografica nel 1924 (per il terzo centenario del ritrovamento delle ossa della santa) e viene costruita una macchina fissa con una torre centrale alta 25 metri.
Ma arrivano le guerre ed è un nuovo stop: si dovrà attendere fino al 1974 per ritrovare il carro in giro per la città, e ai primi anni Duemila per ritornare ad un Festino trionfale.

Da citare alcuni “carri celebri”: quello di Jannis Kounellis con la vela di cristalli Swarovski (2007); il carro-nave ricoperto con foglia d'oro (2009); il roseto barocco (2010 e 2011); il progetto teatrale di Renzo Milan (2012), il disegno a riquadri di Sergio Pausig (2015).

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